Capita spesso, quando si fa shopping, che il nostro cuore inizi a battere in maniera del tutto incontrollata per un capo di abbigliamento o per un accessorio che sembra perfetto per completare il nostro outfit. Talvolta ad averci stregate è il colore, altre la fantasia che ne adorna fronte e retro, ma non è raro che a colpirci siano il design e la struttura di quello che, in un attimo, si è trasformato nell’oggetto dei nostri desideri. Per quanto un abito, una t-shirt, una gonna o un pantalone possano convincerci dal punto di vista prettamente estetico, non è detto che siano anche di buona qualità. Anzi, capita sempre più frequentemente, soprattutto quando si fa shopping nelle grandi catene, che i nostri acquisti si rivelino un disastro poiché carenti dal punto di vista dei materiali utilizzati o, peggio ancora, della fattura stessa. Saper riconoscere un abito di qualità, contrariamente a come si potrebbe pensare, non è una dote. Non bisogna essere esperti di moda e di tessuti per capire se quel capo durerà a lungo nel tempo o se, invece, sia destinato a distruggersi al primo lavaggio. Servono solo esperienza e attenzione ai dettagli da sfoderare, ovviamente, in negozio, un attimo prima di valutare se sia il caso o meno di comprare quell’abito che ci ha così intensamente stupiti.
C’è una ragione ben precisa se quel capo costa così poco…
In linea di massima, checché se ne dica, il vecchio adagio che recita poca spesa tanta resa è purtroppo da sfatare, per lo meno quando si parla di moda. Va da sé infatti che un capo acquistato per pochi euro possa essere sì accattivante dal punto di vista del design ed in linea con le ultime tendenze, ma che a livello di fattura non sia esattamente il massimo. E non si tratta di sciocchi pregiudizi, ma di economia: un vestito ben fatto che possa durare nel tempo nel tempo dovrà necessariamente essere realizzato con i migliori materiali e tessuti in circolazione, ragion per cui il consumatore finale non potrà certo acquistarlo a buon mercato; quelli prodotti in serie, invece, senza un essere umano in carne ed ossa che ne verifichi la qualità e la fattura, costeranno per ovvi motivi un bel po’ di meno perché minimo sarà stato l’investimento dell’azienda produttrice. Fatta questa doverosa premessa, è giusto a questo punto ricordare che c’è una ragione ben precisa se Made in Italy è un marchio ormai universalmente riconosciuto: gli abiti prodotti in Italia sono eccellenti da un punto di vista qualitativo, poiché frutto di un’attentissima cura dei dettagli e di una sapiente scelta di tessuti, materiali e rifiniture. Ed è per questo motivo, naturalmente, che il prezzo di mercato sia superiore rispetto a tante altre opzioni attualmente in commercio.
Occhio alle cuciture: i punti sono equidistanti oppure irregolari?
Come si fa allora a capire se quel capo sia accettabile o meno sotto il profilo della qualità? Bisogna innanzitutto allenare l’occhio, nel senso che per essere certi di avere appena fatto un acquisto sensato bisognerà imparare, passo dopo passo, ad osservare i particolari che caratterizzano quel capo. Le cuciture in primis, sebbene ad uno sguardo poco attento alcune cose possano tranquillamente sfuggire. Sono ben fatte se i punti sono equidistanti e regolari, ma anche se per ogni centimetro di tessuto ve n’è un numero consistente. Qualora vi siano soltanto 3 punti, ad esempio, è assai probabile che quell’abito si scucia piuttosto rapidamente. Se ce ne sono 8, invece, si tratta quasi sicuramente di un abito di alta qualità. Nel primo caso avremo a che fare con un indumento che molto probabilmente è frutto di una lavorazione in stile orientale, mentre nel secondo è assai probabile che si tratti di un originale made in Italy. L’abito sarà accettabile anche nell’ipotesi in cui i punti siano 5: questa lavorazione è tipica dei capi prodotti in Occidente e, pur essendo discreta, non è comunque eccellente tanto quella propria delle zone italiane.
Controllare sempre la consistenza del tessuto nelle zone critiche
Il secondo trucco per valutare la qualità dell’abito che ci ha colpiti durante una maratona di shopping, consiste nell’osservare con una certa attenzione quelli che sono reputati i punti critici di un qualunque capo di abbigliamento. Ci riferiamo al tessuto che sta sotto e sopra le maniche, al lembo che costituisce il cavallo dei pantaloni e alla sagoma vera e propria del modello. Un vestito da cocktail sformato, che non tiene in considerazione le possibili curve del corpo femminile, non potrà in nessun caso donarvi e valorizzare il vostro fisico. Nel caso in cui il tessuto di maniche e cavallo risulti troppo sottile e all’apparenza per nulla robusto, meglio girare i tacchi: lo sfregamento delle braccia a contatto con il busto, oppure delle gambe a seconda del caso specifico, lo usurerà in un batter d’occhio costringendovi a scartare definitivamente quel capo che con tanta ostinazione avete deciso di acquistare per implementare il vostro guardaroba.
Dimmi di che stoffa è e ti dirò quanto durerà nel tempo
La terza regola d’oro per le fashion victim in cerca di capi belli e al tempo stesso di qualità richiede un minimo, neanche troppo, di esperienza. Un esame valutativo del vestito che siamo in procinto di acquistare non può assolutamente prescindere dal tessuto di cui si lo stesso si compone. In mezzo ad un mare di capi in tessuto sintetico, allenare il tatto al riconoscimento della giusta consistenza potrebbe permettervi di fare la differenza. Una stoffa crespa e sgradevole al tocco non è il massimo e potrebbe addirittura dare fastidio alla pelle, mentre un tessuto di buona qualità risulterà morbido e dunque di gran lunga più confortevole. Per avere la certezza che si tratti di un buon capo si può poi verificare che anche l’interno sia composto della stessa stoffa utilizzata per l’esterno, così da non avere problemi col capo nel momento in cui si deciderà di lavarlo.
Mai sottovalutare l’importanza dell’etichetta cucita all’interno del capo
Il quarto trucco per riconoscere un abito di qualità è forse quello più scontato: leggere l’etichetta. Uno step che tutti saltano a piè pari durante lo shopping, come se quel pezzo di carta fosse cucito all’interno dei capi in maniera del tutto superflua. E invece no. Le informazione racchiuse all’interno di quelle poche righe sono preziosissime e determinanti, soprattutto nel caso in cui si voglia stare alla larga dagli indumenti prodotti in certe zone del mondo, laddove sfruttamento e schiavitù la fanno da padroni nelle aziende sartoriali. Oltre a svelarci la provenienza dell’abito che abbiamo in mano, ci ragguaglierà circa l’effettiva composizione dello stesso. È assai probabile che seppure sembri di seta sia in realtà quasi completamente sintetico e non proprio affidabile, pertanto, dal punto di vista qualitativo. Sono importantissime anche le informazione che le etichette forniscono in merito alle modalità di lavaggio e di asciugatura: qualora detestiate lavare a mano gli abiti e siate fan accaniti delle lavatrici, non è consigliabile acquistare un capo che non possa essere centrifugato. Stesso discorso se possedete l’asciugatrice e non avete alcuna intenzione di rinunciarvi e di tornare al vecchio stendibiancheria: diffidate dai capi che non possono essere asciugati nell’apposita macchina, perché il rischio che si restringano o che si danneggino irreparabilmente è concreto come non mai.
Impara a capire quali coloranti sono stati usati su quel capo
Il quinto aspetto da approfondire, nel frangente in cui ci accingiamo a valutare la fattura di un indumento, è il colore. Sarà l’etichetta, in questo caso, a raccontarci qualcosa in più circa l’effettiva qualità del capo che stiamo pensando di portarci a casa. Se si raccomanda di lavarlo ad una temperatura stranamente bassa, è perché i coloranti impiegati nel processo di produzione sono scadenti e svanirebbero nel nulla nel caso in cui il vestito dovesse essere sottoposto ad un lavaggio ad alta temperatura. Se in base all’etichetta lo si può invece lavare a temperature medio-alte, allora è certo che per conferirgli quella brillantezza lì siano stati dei coloranti di ottima qualità.
I motivi non combaciano? Non è un capo di buona qualità
Il sesto e penultimo trucco da tenere sempre bene a mente è piuttosto basilare. È molto probabile, per non dire certo, che un capo non egregio a livello di fattura sia purtroppo ulteriormente mortificato da motivi che non combaciano. Poniamo ad esempio che l’oggetto in questione sia un cardigan a righe. Come capire se è ben fatto o meno? Provate a sovrapporre perfettamente le due parti al fine di accertarvi che le righe combacino alla perfezione. Idem se si tratta di quadrati, scritte, disegni e chi più ne ha più ne metta. Un capo che è frutto di una lavorazione poco attenta sarà quasi sicuramente sbilenco e non proprio bello da indossare, a meno che l’effetto storto non piaccia. Questo perché fare in modo che i motivi combacino è un’operazione che richiede non solo competenza e manualità, ma anche spese aggiuntive: affinché il risultato sia assolutamente impeccabile, infatti, è spesso necessario adoperare il doppio della stoffa e sprecarne, al tempo stesso, un quantitativo non indifferente. Solo così, prestando la massima attenzione in fase di realizzazione, si può dare vita ad un capo stripes style che sia otticamente perfetto.
Se ha le certificazioni giuste puoi dormire sonni tranquilli
Per svelarvi l’ultimo e settimo trucco ci addentreremo in un campo spesso sconosciuto e difficile da esplorare se si è alle prime armi: quello delle certificazioni. Un tessuto di buona qualità è quasi sempre corredato da una certificazione che ne attesti la provenienza e che è garanzia, per il consumatore, di eccellenza a livello qualitativo e di longevità. Non si tratta ad ogni modo di un discorso da prendere alla leggera, nel senso che un tessuto non certificato potrebbe essere seriamente nocivo per la salute della persona che vi entrerà in contatto. Non essendo stato sottoposto a controlli di alcun genere, il materiale può essere potenzialmente rischioso, ragion per cui si sconsiglia di sfoggiare un abito che non sia corredato da un’adeguata documentazione doganale.
Dovrebbe essere chiaro, a questo punto, che esaminare con grande attenzione i capi da acquistare sia altamente consigliabile, soprattutto nel caso in cui si voglia essere certi di aver fatto un grosso affare. Questo non significa che il segmento della fast fashion sia da evitare, ma solo che chi cerca capi di qualità – e che saranno altrettanto belli tra due, tre, dieci anni – dovrebbe stare alla larga dagli indumenti che sembrano sospetti anche ad un occhio poco esperto ed allenato.
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