Care amiche, oggi parleremo assieme di un argomento piuttosto ostico, cioè di tutti quegli errori che spesso commettiamo riguardo al lavaggio, all’asciugatura e allo stiro dei capi di abbigliamento.
È un leit motiv diffuso che ci ritroviamo a rovinare irrimediabilmente il nostro vestito preferito, per una noncuranza o per aver sbagliato il programma della lavatrice. Ci ritroviamo, quindi, con la nostra maglia scolorita o addirittura il nostro abito migliore rimpicciolito come un vestitino della Barbie.
Molti abiti che compriamo nei megastore e nei negozi mono-marca sono realizzati con tessuti sintetici di scarsa qualità, oppure vengono tinti con soluzioni poco resistenti. Il risultato? Quella fantastica T-shirt che ci piaceva tanto, quella con quella stampa floccata e super glossy, ora ci guarda triste e tutta scolorita. Non c’è niente di più deludente. Stessa cosa vale per quella gonna in tulle o in chiffon che volevamo indossare al matrimonio della nostra migliore amica, ma ora si afflosciata tra le nostre braccia come un salice piangente che non riusciremo a consolare molto facilmente.
Per ovviare a degli sbagli irrimediabili, in questo nostro appuntamento vi stilerò i 5 errori madornali da non commettere mai quando vi apprestate a lavare il vostro nuovo abito, quello che avete pagato un occhio della testa e che volete conservare perfetto per l’occasione! Stessa cosa vale per il bucato di tutti i giorni, poiché è importante mantenere i vostri capi belli e durevoli nel tempo. La settimana scorsa avevamo appunto parlato di quanto sia divertente dare nuova vita ad un modello dismesso e vecchio, quindi la manutenzione dei tessuti e dei colori è a dir poco fondamentale.
È facile preservare intatte le fibre tessili dei vostri capi di abbigliamento, le mosse da fare sono principalmente due:
– non commettere i soliti errori superficiali;
– leggere con attenzione l’etichetta.
Una volta prestato attenzione a questi due elementi, care amiche, vi stilerò una serie di consigli su come conservare al meglio il vostro guardaroba ed evitare sprechi e decluttering feroci, di cui sicuramente potreste pentirvene un giorno futuro.
5 errori madornali da non commettere nella manutenzione dei vestiti
1) tagliare le etichette
Spesso, care amiche, è la prima cosa che facciamo quando compriamo un abito, vuoi perché sono ingombranti e danno fastidio alla pelle, vuoi perché si vedono da sotto i vestiti o vengono fuori svolazzanti. Non c’è niente di più sbagliato, perché è proprio nell’etichetta che sono custodite tutte le istruzioni per conservare al meglio il vostro capo appena acquistato.
Invece, succede sempre così, alla prima occasione utile… ZAC! La forbice taglia l’etichetta.
Se è troppo tardi, ecco le istruzioni base per ovviare a questo inconveniente.
• i capi in lana o i delicati non devono essere mai lavati a temperature oltre i 30/40 °C, in modo da scongiurare qualunque tipo di infeltrimento;
• con il cotone e con le fibre naturali come la seta o il lino, la temperatura a cui si può arrivare al massimo sono i 60 °C;
• con i tessuti colorati bisogna utilizzare un detergente apposito ma soprattutto non bisogna superare i 40 °C, inoltre è importante non mescolare mai i capi dalle tinte vivaci con i bianchi o addirittura il bucato nero;
• per quanto riguarda i capi sintetici, meglio non superare i 40 °C.
Tra le altre avvertenze che ci tengo a ricordarvi, lavate sempre a mano la vostra T-shirt preferita, quella dal forte valore affettivo. Se, invece, avete per le mani un costosissimo abito di Gucci e non sapete con esattezza la composizione precisa del tessuto, meglio portarlo in lavanderia e farlo trattare a secco.
2) la mania del lavare a secco
Come dicevano gli antichi Romani, la virtù sta nel mezzo, quindi è sbagliato eccedere nei lavaggi a secco.
Molte di voi, care amiche, per sicurezza o per pigrizia, o semplicemente perché non sono avvezze con i mestieri di casa, preferiscono portare direttamente i loro capi in lavanderia.
Se non è indicato sull’etichetta, questa potrebbe essere una mossa fatale: alcuni abiti sono realizzati con dei rivestimenti che possono risultare sensibili ai solventi che si usano in lavanderia. Il risultato è terribile, rischiereste di perdere i pezzi del vostro abito mentre siete per la strada o nel ristorante esclusivo in cui si tiene quell’occasione così importante. Quindi, affidatevi al lavaggio a secco solo se è espressamente indicato sull’etichetta.
3) non usare l’ammorbidente
Molte di voi evitano di usarlo perché hanno timore di appesantire le fibre o di sporcare i tessuti. Non c’è niente di più sbagliato poiché l’ammorbidente serve appunto a nutrire e a lisciare le fibre tessili, un po’ come fa il balsamo con i capelli crespi. La lana, in particolare, ha bisogno dell’ammorbidente per mantenere la sua morbidezza e non infeltrirsi, mentre un vestito vecchio riacquista subito più tono e vigore.
Inoltre, esiste in commercio una vasta gamma di ammorbidenti neutri e delicati, con una profumazione discreta, tutti prodotti che non aggrediscono le fibre ma le rendono più belle e vitali. Quindi, mai più senza ammorbidente.
Stessa cosa vale per le salviette acchiappa-colore, potete trovarle facilmente in tutti i migliori supermercati e servono per l’appunto a catturare l’eccesso di colore che può perdere un capo, in modo che non vada ad attecchire su un altro.
Mai più calzini bianchi che diventano magicamente rosa!
4) lavare i vestiti eccessivamente
Soprattutto nella stagione estiva, tendiamo a lavare i vestiti più spesso, a causa dell’eccessiva sudorazione, con i rischio di trovarci strappi e accessori logorati dall’usura. Non eccedete nei lavaggi di alcuni capi, ad esempio i jeans possono essere lavati dopo due/tre utilizzi, stessa cosa vale per gli abiti estivi e leggeri.
È bene lavare ogni volta i capi che utilizzate per la palestra, e ricordatevi di farlo subito e di non ammucchiarli dentro il contenitore della biancheria sporca. Il rischio è quello che si generi un ricettacolo di batteri e germi che, oltre a non essere igienico, causa ingiallimenti poco estetici che danno un aspetto vecchio, logoro e trasandato. E voi volete essere ordinate e curate sempre, anche quando andate a fare zumba, vero?
Quindi, eliminate il cosiddetto Laundry Day, cioè quel solo giorno alla settimana in cui vi dedicate al bucato, ma preferite delle lavatrici regolari con una selezione precisa delle cose da lavare: fidatevi, utilizzando l’elettrodomestico durante le ore della sera, lo spreco energetico sarà minimo e non rischierete di rovinare il vostro guardaroba a causa del caos di tessuti e colori.
5) appendere i vestiti
Lo facciamo spesso quando non abbiamo voglia di stirare, però lasciare i vestiti ad asciugare al sole, sull’appendi-abiti può risultare dannoso e creare buchi e macchie.
Meglio farli asciugare senza usare le fastidiose mollette, fautrici di antiestetici segni sul tessuto, e metterli in verticale all’aria aperta, o in un luogo fresco e asciutto. Le più fortunate, hanno la possibilità di usare l’asciugatrice, ma anche qui è sempre meglio attenersi alle indicazioni che si trovano sull’etichetta.
Un altro errore da non commettere mai è quello di non pulire la lavatrice, e di trascurarla durante il tempo. Questo apparecchio necessita di un anticalcare adatto che oltre a lasciare limpide le tubature, rinfresca il cestello e la zona interna delle guarnizioni. Non lasciate mai il bucato dentro alla lavatrice, né sporco né pulito, al fine di evitare fermentazione di batteri, odori, umidità. Avete presente quel fastidioso olezzo di “freschino” e di rancido? È causato proprio da questa noncuranza.
Come leggere al meglio l’etichetta sui vestiti
Saper interpretare l’etichetta che si trova in un abito è molto semplice ed intuitivo, ma per aiutarvi ancora di più nell’impresa, ecco qui una tabella semplice dove potete capire meglio tutti i simboli in cui potete incorrere.
Come potete vedere, le indicazioni sul lavaggio sono semplici, sono indicate spesso le due alternative a mano/in lavatrice e le temperature ottimali.
Poi, ogni etichetta spiega se è consentito o meno il candeggio, se si può stirare e la temperatura ottimale, qual è il modo migliore per asciugare quel determinato capo di abbigliamento.
Il simbolo, forse, più ostico da capire è quello con il cerchio dove è indicata la pulitura a secco. Se è barrato, non è consentito portarlo in lavanderia, mentre se è inserita una lettera A, potete stare tranquille perché ogni solvente a secco andrà bene e non rovinerà il vestito.
Talvolta, nel cerchio è indicata una lettera precisa dell’alfabeto che sta ad indicare il tipo di solvente a secco che si può utilizzare. Ma a questo ci penserà l’addetta specializzata alla lavanderia e voi potrete dormire sonni tranquilli.
Sull’altro lato dell’etichetta, ovviamente, è indicata la composizione del tessuto.
Qualche suggerimento casalingo per rimediare agli errori del bucato
Ed ora, care amiche, vi svelo qualche trucco per salvare il cosiddetto salvabile e non buttare via il vostro capo preferito.
Se si tratta di capi bianchi di cotone o di lino, come ad esempio una T-shirt, canotte, mutande o calzini che avete colorato per sbaglio, potete tranquillamente provvedere ad un candeggio o ad un lavaggio con acqua tiepida e bicarbonato di sodio per riavere l’originario candore. Se avete ingiallito dei capi bianchi di seta o di lana, immergeteli in acqua tiepida e limone, l’acidità dell’agrume possiede un’ottima capacità sbiancante; successivamente, procedete ad un secondo lavaggio.
Nel caso in cui si tratta di indumenti colorati, le cui tinte si sono mescolate tra di loro, ecco una vera e propria stregoneria di una perfetta donna di casa.
Prendete una pentola capiente e fate bollire assieme del bicarbonato di sodio e delle foglie di alloro fatte a pezzettini. Lasciate in infusione per una ventina di minuti, poi, quando la soluzione si sarà intiepidita, versatela in una bacinella di plastica e immergeteci i capi smacchiati. Lasciateli riposare per 24 ore, ricordando di girarli più volte, poi lavateli con un detergente delicato. Se le macchie non sono scomparse, versate della candeggina per delicati, diluita in un bicchiere di acqua.
Se, invece, avete infeltrito un capo di lana, lasciatelo riposare in una bacinella di latte tiepido, per qualche ora.
Successivamente, procedete ad un risciacquo in lavatrice con il programma adatto, aggiungendo nella vaschetta un bicchiere di aceto bianco assieme ad uno di balsamo per capelli, diluito con l’ammorbidente.
Finito il risciacquo, appendete il capo grondante d’acqua, capovolgendolo di tanto in tanto; il peso specifico dell’acqua, infatti, è un ottimo modo per distendere le fibre.
Care amiche, questi sono solo alcuni dei suggerimenti casalinghi che mi sono permessa di darvi, per ogni situazione specifica non esitate a contattarmi presso gli indirizzi che trovate sul sito di Lorcastyle e sull’e-commerce dedicato.
Come avrete capito, ogni capo di abbigliamento ha un preciso tessuto e delle esigenze particolari sia di lavaggio che di asciugatura che di stiro.
Mi preme di ricordarvi, inoltre, di fare attenzione a fibre sintetiche come le paillettes, lo chiffon, il lurex, tutti i materiali vinilici e in lattice che è meglio affidare alle mani esperte della collaboratrice di una lavanderia a secco.